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Emilia-Romagna

Violenza, povertà e marginalizzazione. Rimini s'interroga sulle radici dell'odio

Rimini è ancora scossa dalla notizia del tentato omicidio del clochard Andrea Severi, cosparso di benzina e dato alle fiamme da alcuni criminali su una panchina della via Flaminia nella notte di lunedì scorso.

Un clochard per le stradedi Vittorio Martone


RIMINI - Rimini è ancora scossa dalla notizia del tentato omicidio del clochard Andrea Severi, cosparso di benzina e dato alle fiamme da alcuni criminali su una panchina della via Flaminia nella notte di lunedì scorso. Una violenza seguita poche ore dopo, a Riccione, dal rogo del giaciglio di un altro senzatetto, fortunatamente lontano dal luogo al momento dell'incendio. Si tratta di crimini difficili da descrivere, poiché cospargere di benzina e dare alle fiamme non è atto che si perpetra contro gli uomini, ma contro le cose. È qui che risiede la gravità anche simbolica di una simile violenza: la riduzione dell'individuo marginalizzato, del povero, ad oggetto inanimato. Di fronte all'esigenza di una riflessione anche culturale su questa emergenza, abbiamo discusso con Vittorio Buldrini, assessore alle politiche per l'immigrazione ed integrazione del Comune di Rimini, e con gli esponenti dell'Uisp Pierpaolo Pari e Marco Tommasi, da tempo attivi sul territorio romagnolo nel campo del sociale.

Assessore, come giudica i casi di intolleranza emersi nella sua provincia?
"Innanzitutto non possiamo parlare di fenomeni isolati. Sono infatti azioni rispondenti a logiche di colpevolizzazione della povertà che hanno ormai preso piede nell'opinione pubblica. Questo avviene in maniera omogenea in tutta Italia e, purtroppo, Rimini non è un'isola felice ed accogliente come alcuni vorrebbero far credere. Credo che le cause di questa emergenza si possano individuare anche nell'operato di alcuni media, che insistono nel mostrare la povertà come una colpa alimentando l'industria del sospetto e della paura".

Aveva avuto finora il sentore di recrudescenze discriminatorie e violente sul suo territorio?
"Decisamente sì. Oggi siamo di fronte ad atti di una violenza inaudita, ma questi due casi, che temo potranno ripetersi, sono il frutto di una lunga gestazione che, ribadisco, è connessa anche a scelte mediatiche e politiche ben precise. In più, credo che il modello economico riminese non sia esente da colpe. L'industria del divertimento, perseguita e valorizzata a scapito di valori culturali e sociali, non solo ha fomentato forti tendenze all'illegalità ma ha anche prodotto grande intolleranza".

Il sindaco riminese Alberto Ravaioli ha parlato di una "emergenza educativa" e della necessità di interrogare nuovamente la politica e la società. Necessità che impone anche alla vostra giunta di avviare importanti iniziative sul territorio. Vi state già interrogando su delle ipotesi di lavoro?
"Al riguardo la giunta ha avviato da tempo una discussione molto serrata. Le amministrazioni locali, a causa dei tagli decisi dal governo centrale in maniera bipartisan, vedono a rischio gli investimenti nel welfare. Il nostro comune ha promesso che non opererà tagli in questo settore in cui vorrei far rientrare anche iniziative di carattere culturale, poiché in riviera bisogna cambiare il modo di vedere il tempo libero. Dovremo obbligatoriamente investire nella pubblica istruzione, ampliando inoltre la collaborazione con la rete dei centri giovani. L'efficienza di ogni progetto dipenderà però dal supporto dell'intera comunità, di tutto il suo tessuto socio-economico e delle associazioni".

A fronte di questi atti gravissimi, la popolazione riminese ha mostrato segnali di grande solidarietà. Come giudica la risposta dei suoi concittadini?
"Per fortuna sul nostro territorio ci sono ancora forti sensibilità. Dobbiamo però dare loro maggiori spazi di espressione, fornirgli una rappresentanza continua e non relegata solo ai momenti in cui emergono tragedie e crudeltà di questo tipo".

"Abbiamo da tempo promosso forme di lavoro per le realtà più emarginate - commenta a margine il presidente del comitato Uisp di Rimini Pierpaolo Pari - in cui cerchiamo di promuovere discussione e partecipazione. Subiamo però le conseguenze di scelte orientate a finanziare le realtà più commerciali e per questo è fortissimo il bisogno che la politica cambi orientamento e si diriga al reperimento di fondi, anche tramite sponsor e soprattutto fondazioni, per rilanciare l'operato nel sociale".

"Con la collaborazione della regione Emilia Romagna - afferma il responsabile Uisp del progetto TerreAlte AltoMare Marco Tommasi - abbiamo avviato un lavoro significativo per la promozione di valori sociali legati all'offerta turistica. In particolare, attraverso la vela, abbiamo tramutato uno sport tradizionalmente elitario in uno spazio di promozione di valori legati all'integrazione delle diverse abilità fisiche e psichiche e di tematiche volte a contrastare il precoce abbandono scolastico. Il discorso sulla povertà e la marginalizzazione rappresenta ora l'ennesima tappa di questo importante percorso".

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